๐—ฃ๐˜‚๐—ป๐˜๐—ผ ๐—š๐˜‚๐—ฎ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ผ (๐Ÿฒ): ๐—–๐—”๐— ๐—ฃ๐—ข๐——๐—ข๐—Ÿ๐—–๐—œ๐—ก๐—ข – ๐—น๐—ผ๐—ฐ. ๐—ฃ๐—ถ๐—ฎ๐—ป๐—ฒ๐—น๐—น๐—ฎ, ๐—•๐—ฎ๐—ถ๐˜๐—ฎ ๐—ฑ๐—ฒ๐—น๐—น๐—ผ ๐˜€๐—ฐ๐—ผ๐—ถ๐—ฎ๐˜๐˜๐—ผ๐—น๐—ผ

Tappa 1 del Cammino Guanelliano: Campodolcino โ€“ Fraciscio โ€“ Gualdera โ€“ Gallivaggio.
ยซIl giogo del tuo monte รจ sublime, perchรฉ di lร  si contempla piรน davvicino il bel paradiso. Il profondo delle tue valli รจ sacro, perchรฉ nel ritiro della solitudine si impara a meglio amare il Signore, a meglio volere al prossimo dei fratelli. [โ€ฆ] Buon montanaro valtellino, or io intendo la ragion di quellโ€™affetto che ti fa aderire al vertice di monte, che ti configge al piano della tua valle. Figlio dei santi, tu vivi nella terra dei santi e tu sei lieto. Ah, renditi sempre piรน meritevole di tal terra e di cotali santi!ยป (L. Guanella, Il montanaro. Strenna Valtellinese nellโ€™anno 1886, 1886).
Il piccolo Luigi Guanella passรฒ la sua infanzia e fanciullezza nella natura bella e aspra di questi paesaggi alpini. Questi monti lo videro custodire il gregge sulle alture di Gualdera o sugli alpeggi di Motta e dellโ€™Angeloga, portare il carico di fieno nel โ€œcampร ccโ€ o di legna nel โ€œgerlรฌnโ€, giocare libero con tutta la vivacitร  di un ragazzo sveglio, intelligente, talvolta anche un poโ€™ troppo spericolato.
Scriveva don Luigi molti anni dopo, con un poโ€™ di nostalgia: ยซI fanciulli sono da paragonare a quelle nostre caprette di montagna, che per molte ore si allontanano dal caprile e saltano di balza in balza; ma poi verso sera, quando il pastore le chiama con alte grida, esse gli corrono incontro perchรฉ sanno di assaporare dalle sue mani il sale saporitoยป (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).