Mappa 4: Dongo – Musso – Pianello del Lario

LEGENDA

16) MUSSO – DONGO: Il Giardino del Merlo

17) PIANELLO DEL LARIO: Casa Sacro Cuore

M4) PIANELLO DEL LARIO: frazione Camlago

18) PIANELLO DEL LARIO: ospizio di Camlago

19) PIANELLO DEL LARIO: Casa Parrocchiale ed ex-casa Coadiutorale

20) PIANELLO DEL LARIO: Chiesa di S. Martino

21) PIANELLO DEL LARIO: Lungolago

PUNTI GUANELLIANI

L’attuale chiesa di S. Alessandro, ricostruita all’inizio del secolo XVII e consacrata nel 1690, sostituisce una costruzione quattrocentesca più piccola, di cui rimane l’elegante porticato, il tozzo campanile e l’antica abside, inglobata nel fabbricato alla destra dell’edificio. Lo stesso fabbricato ospita al primo piano l’appartamento (costituito da corridoio, cucina, saletta-studio, camera da letto, con mobili e suppellettili del tempo) in cui don Luigi Guanella abitò. Nella camera da letto una finestrella si apre sulla chiesa: una soluzione simile fu realizzata anche nella sua stanza di Como.

Don Guanella, rientrato in diocesi dopo l’esperienza con don Bosco, nel settembre 1878 fu destinato a Traona come coadiutore. Da subito si prodigò senza riserve per i suoi parrocchiani, ottenendone stima ed affetto. Questo periodo però fu molto difficile per lui. «A Traona don Guanella trovò tutte le difficoltà che avrebbero scoraggiato molti cuori di buona volontà, ma egli non si disperò mai». L’anziano arciprete lo aveva accolto con freddezza, perché mal sopportava che il giovane sacerdote «attirasse a sé nei giorni feriali e festivi parecchi fanciulli e giovani per l’insegnamento del catechismo nell’Oratorio e che aprisse nella propria casa scuole feriali quotidiane, diurne e serali e festive». A questo si erano aggiunte difficoltà nei rapporti con il Prefetto di Sondrio, che faceva di tutto per «cogliere in fallo e condannare l’avverso sacerdote, il quale era venuto con progetti oscurantisti dalla scuola di don Bosco e avrebbe riempita la provincia di frati e monache abborriti» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Nel 1900 don Guanella iniziò la bonifica di alcune parti del Pian di Spagna, malsane e inospitali. «Un giorno don Guanella approda a Colico con una dozzina di ricoverati che chiamava “buoni figli”. Li aiutava a salire sopra un carro preparato e via fra le risa di quelli di Colico che strabiliavano. […] Si trattava di appianare collinette di sabbia per riempire delle paludi, mettere in disparte la terra vegetale, stendervi sopra quasi concime prezioso. Si chiamarono poi lavoratori veneti abilissimi in tali lavori e così si ridusse a prato, a campo, a vite, a gelsi, una spianata di steppe» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

I lavori procedettero speditamente e portarono in breve alla fondazione di un villaggio, con la scuola elementare e una provvisoria chiesa in legno, sostituita poi nel 1904 dall’attuale, dedicata da don Guanella al Divin Salvatore (nel 1942 eretta a Santuario “Madonna del Lavoro”). Dalla Olonio romana, il nuovo insediamento fu chiamato Nuova Olonio.

Con questa iniziativa don Guanella intraprese un’opera dal profondo significato sociale. La sua sensibilità alla questione del bene comune lo portò a recuperare un luogo malsano, permettendo alle popolazioni locali di non abbandonare il territorio e diffondendo metodi di coltivazione più razionali e moderni, in sintonia con l’attenzione e l’impegno sociale della Chiesa in quegli anni.

Il “Giardino del Merlo” fu ideato e realizzato tra il 1858 e il 1883 dal nobile Giovanni Manzi, in una posizione altamente panoramica sul Sasso di Musso, tra le rovine del complesso fortificato di Giangiacomo de’ Medici, detto il Medeghino (secolo XVI).
Don Guanella, amico di Giovanni Manzi, scrisse le “Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso”, pubblicate per la prima volta a puntate sul giornale comasco “L’Ordine” nel 1884, sottolineando l’importanza di visitare questo luogo «in veste di viandanti […] per approfondire il meglio dell’arte cristiana e della natura creata da Dio». «Da questa prospettiva l’occhio corre spontaneo a quelle vedute di zolle e di boschetti, di viali, di ponti, di zampilli. Case, caverne, gallerie formano un complesso così raro di bellezza del lavoro, della natura e dell’arte, che il visitatore se ne sta a modo di attonito. E quando lo sguardo vuol riposare, qui è l’orizzonte di un cielo limpidissimo che copre monte e valli, piani e acque in quantità» (L. Guanella, Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, 1884, 1913).
Mostrando una conoscenza botanica molto approfondita, don Guanella ne descrive le varie parti con le diverse piante presenti, per trarre da ognuna, e dal paesaggio circostante, un significato simbolico, un insegnamento morale. Sono pagine intrise di stupore e poesia: don Guanella sapeva vedere nella bellezza della natura la grandezza e la bontà di Dio.

IL “GIARDINO DEL MERLO” OGGI
Alla morte di Giovanni Manzi, nel 1883, la nipote Giuseppina continuò l’opera di cura e abbellimento del Giardino fino alla sua scomparsa, nel 1945. Gli eredi della nobildonna cedettero l’area alla Società Scalini, che vi aprì tre cave di marmo, costruendo anche un forno per la produzione di calce. Dopo il fallimento della Società, nel 1967 la famiglia Colturri acquistò all’asta il Giardino sfregiato e danneggiato, per cercare di salvarlo e farlo rivivere. Attualmente il Giardino è gestito dall’associazione “Giardino del Merlo” ONLUS, costituita dalla famiglia Colturri, dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio e dai Comuni di Musso e di Dongo.