punti guanelliani

Mappa 1: Campodolcino – Fraciscio – Gualdera

Mappa 2: Chiavenna – San Giacomo Filippo

Il Santuario sorge sul luogo dove due ragazze rivelarono di aver visto la Madonna mentre raccoglievano castagne il 10 ottobre 1492. La costruzione attuale, in stile barocco, la terza in ordine cronologico, fu eretta nel 1598 e consacrata nel 1615.
Don Luigi Guanella era molto legato al santuario di Gallivaggio, importante tappa dei suoi viaggi da e verso Como. Queste soste rinforzavano in lui il legame con la sua terra, con la sua infanzia e anche la sua grande venerazione per la Madonna, che costituiva uno dei cardini della sua spiritualità. «Quando era l’ora di tornare in Seminario i genitori mi benedicevano, inginocchiato col fratello, poi […] a Gallivaggio a prendere lo Sterlocchi; suo padre e sua madre lo benedicevano pure poi si saliva al Santuario a pregar la Madonna» (L. Mazzucchi, Fragmenta vitae et dictorum sac. Aloysii Guanella, 1912-1915).
Nel piccolo cimitero sottostante riposa Maria Orsola Guanella, sorella di don Luigi, che aveva sposato Guglielmo Sterlocchi ed era scesa ad abitare nella vicina frazione di Lirone. Don Luigi nel 1914, nel medesimo cimitero, benediceva una lapide commemorativa a ricordo dei tre cugini sacerdoti: don Gaudenzio Bianchi, don Lorenzo Buzzetti e don Antonio Buzzetti.

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Santuario dell’Apparizione di Maria Vergine, Gallivaggio: tel. +39 0343.32193

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La chiesa della SS. Trinità di Olmo, semplice nel suo aspetto candido, fu eretta nel 1652 al servizio pastorale di questa piccola comunità.

A causa dei suoi contrasti con le autorità civili, «a don Guanella era riservato il picco di Olmo, perché non potesse esercitare pericolose influenze». Raggiunse il paese il mattino del 26 agosto 1881 e «ivi dimorò alcuni mesi nella cura spirituale di Olmo e anche della vicina parrocchia di S. Bernardo» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914). Aveva 38 anni.

Quel periodo fu per lui molto difficile; lo trascorse «in studi teologici, in solitudine ed anche in preghiera, perché ne sentiva vivo il bisogno e perché vedeva approssimarsi la figura timida dello scoraggiamento. Fu in questo spirito meno buono che don Guanella pensava: “I miei confratelli e gli stessi miei scolari compiono imprese belle a gloria di Dio e delle anime in Europa e fuori, ed io qui?”. […] allora si chiuse nella mestizia del suo cuore, non senza ricevere dal cielo un barlume di luce sul suo avvenire» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914)E l’avvenire, preparato per lui da Dio, padre provvidente, era a Pianello del Lario.

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mob. +39 340.6904612

Sentiero meditativo: M2) Olmo

La chiesa di S. Giacomo è documentata già nel secolo XII come unica esistente in tutta la Valle e fino al Quattrocento fu una delle poche. Venne ampliata e restaurata nella seconda metà del Seicento.

Qui giunse don Guanella la sera del 25 agosto 1881, dopo l’amara esperienza di Traona e una breve parentesi a Gravedona presso il cugino don Lorenzo Buzzetti. Lo attendeva la cura pastorale di Olmo, inviato quasi in “esilio” dal vescovo, a causa delle sue posizioni ferme e della sua intensa attività nel paese valtellinese che aveva suscitato l’aperta ostilità delle autorità civili, in particolare del prefetto di Sondrio. Don Guanella, «raggiunto per via da notte tarda e trovando chiusa anche la canonica del collega don Costante Tabacchi, prevosto di S. Giacomo, il povero canonico teologo, fondatore fallito, dormì saporitamente durante la notte sopra un muricciolo a ridosso della chiesa parrocchiale. All’indomani salì per oltre un’ora il sentiero doloroso del monte ed ivi dimorò alcuni mesi nella cura spirituale di Olmo ed anche della vicina parrocchia di S. Bernardo» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914). Arrivò a Olmo il mattino del 26 agosto 1881.

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mob. +39 327.6130664

La costruzione, in stile barocco, fu iniziata nel 1605, sulla riva sinistra della Mera, sul luogo di un’apparizione della Madonna alla giovane Anna Foico. Fu consacrata nel 1628; dal 1664 al 1986 fu Collegiata, sede del Capitolo. Scriveva don Guanella: «La Collegiata di Prosto si dice insigne per la sua antichità e per essersi dotata di preziosissimi arredi e delle armoniche campane di San Cassiano dopo la scomparsa di quella ricchissima borgata, sommersa nel 1618» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Don Guanella, che nel 1865 era stato investito del beneficio ecclesiastico di Teologo di Prosto, celebrò in questa chiesa la sua prima Messa il 31 maggio 1866, a ventitré anni. Fu una «santissima e gloriosa giornata la più bella della vita mia, giorno cui riandando nella mente negli anni a venire io dovrei dimenticare qualunque affanno per balzare di gioia e di gratitudine» (L. Guanella, Lettera a don Francesco Adamini, Como, 23 aprile 1866).

Il novello sacerdote cominciò quindi il suo ministero sacerdotale nella parrocchia, guidato dalla figura paterna dell’arciprete don Luigi del Curto: «presso gli ammalati poveri portava il meglio che poteva, assistendoli con pietoso affetto. Nella stagione invernale iniziava la scuola serale ai giovanetti ed agli adulti, cominciando dal servire la santa Messa e dall’accompagnare le funzioni corali. Ma era irrequieto, non vedeva che lavoro sopra lavoro» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Rimase a Prosto fino al giugno 1867.

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Parrocchia B.V. Assunta, Prosto di Piuro: tel. +39 0343.32096

«Savogno è villaggio umilissimo che si aggrappa agli scogli del monte, entro una valle ripida che guida al vertice del monte Stella […]. Dallo Stella si prospetta al canton Grigione da tramontana, alla valle Mesolcina da ponente, alla Lombardia da mezzodì, e da levante all’Engadina svizzera ed al Maloia, da cui parte il gruppo delle Alpi che discendono ad incoronare la penisola italica e il corso delle acque dei fiumi, precipui il Reno e il Danubio [Inn], che per due lati opposti si incamminano a salutare le principali regioni d’Europa» (L. Guanella, Cenni intorno alla vita di Anna Succetti della Congregazione di Maria Ausiliatrice, 1884).

Don Luigi Guanella fu nominato economo spirituale di Savogno nel giugno 1867. Qui rimase otto anni; con l’aiuto della sorella Caterina, avviò un’attività pastorale molto intensa, in cui si intrecciavano le iniziative di evangelizzazione con quelle di promozione umana e sociale. Si occupava dell’istruzione dei bambini e degli adulti, accompagnava i disabili bisognosi di cure al Cottolengo di Torino, promuoveva le vocazioni sacerdotali e religiose. Nel frattempo «cominciò a fare da manovale, da imbianchino e un po’ anche da muratore» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914): ampliò la chiesa, innalzò il muraglione di sostegno del sagrato, sistemò la canonica per aprirvi una scuola, costruì la tettoia del lavatoio, il cimitero e alcune cappelline. Ma il suo entusiasmo lo portava verso mete più grandi dei confini del paese; fu così che alla fine di gennaio 1875 lasciò Savogno per recarsi a Torino presso don Giovanni Bosco.

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Parrocchia S. Abbondio, Borgonuovo di Piuro: tel. +39 0343.32096

Rifugio Savogno: mob. +39 345.1209089

Mappa 3: Traona – Nuova Olonio

Poco fuori dal centro storico, in posizione panoramica sorge “Il Deserto”, storico “cuore” della presenza guanelliana in Chiavenna. Nel 1922, grazie alla cospicua donazione della benefattrice Carlotta Vanossi ved. De Girolami, i Servi della Carità acquistarono un fabbricato adibito a ristorante e Casa per ferie denominato il “Deserto”, costruito nel primo decennio del XX secolo, con terreno adiacente. La prima pietra della sistemazione dell’edificio fu benedetta e posata il 9 giugno 1924 da mons. Aurelio Bacciarini, amministratore apostolico di Lugano; in quell’occasione il poeta Giovanni Bertacchi «con alta e ispirata parola esaltò l’opera e lo spirito di sacrificio dei promotori esprimendo suoi alti consensi» (La posa della prima pietra del ricovero Don Guanella a Chiavenna, La Divina Provvidenza, giugno 1924).

La struttura fu inaugurata nella Pentecoste del 1926 da don Leonardo Mazzucchi, Superiore Generale dei Servi della Carità. Fin da subito furono accolti i primi ospiti: qualche pensionante estivo, alcuni anziani e un gruppo di piccoli disabili.

Negli anni successivi “Il Deserto” da ricovero divenne orfanotrofio, poi Studentato Teologico Guanelliano e infine Convitto per Studenti della Scuola Alberghiera e Noviziato. In continuità con la sua vocazione sociale, nel 2004 l’edificio principale è stato ceduto dai Servi della Carità in comodato d’uso all’Associazione Comunità e Famiglia; il gruppo locale “Associazione Comunità al Deserto” ne occupa stabilmente una parte. Un’altra porzione dell’edificio principale è stata concessa in subcomodato a “Nisida Società Cooperativa Sociale” che in parte l’ha trasformata in Ostello (per offrire alloggio a singoli e a gruppi), in parte l’ha riservata all’accoglienza di persone e famiglie in situazioni di fragilità. La porzione più antica della struttura è attualmente ancora occupata dalla comunità dei Servi della Carità.

Nella casa sono spesso organizzati momenti di incontro per gruppi familiari, associazioni religiose e/o di volontariato.

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Ostello “Al Deserto”, Chiavenna: tel. +39 0343.290000

Il poeta chiavennasco Giovanni Bertacchi (1869-1941) dedicò alle Opere di don Luigi Guanella il sonetto “Charitas”.

Charitas

O Carità che provvida ti pieghi
su le culle dei bimbi esili e stinti;
Carità che soccorri ovunque preghi
dolor d’infermi o povertà di vinti;
Sacra virtù che in fede alta colleghi
gli obliati del mondo ed i respinti,
e nel cuore dei rei vigile pieghi
l’occulta luce dei divini istinti;
Carità, Carità sola tu sai
di tra le zolle dell’ingorda terra
svolger la rosa che non ha gennai:
solo per te sovra le notti umane
lento il Cielo s’imbianca e si disserra
forse a presagio d’immortal Dimane.

Giovanni Bertacchi
12 marzo 1912

Il convento di S. Francesco, inaugurato nel 1738, sostituiva una costruzione più antica (già degli Umiliati e dal 1624 passata ai Francescani Osservanti), posta più a valle in località Poncia, distrutta da un’alluvione nel 1731. Fu soppresso all’inizio dell’Ottocento.

Don Luigi Guanella nel novembre 1879 acquistò all’asta il fabbricato dal Comune e, dopo averlo ristrutturato, nei primi mesi del 1880 vi aprì una scuola elementare diurna e serale per ragazzi poveri, che nei suoi sogni doveva essere la prima delle sue istituzioni di carità. Ma, a causa della dura opposizione della Prefettura di Sondrio, nel febbraio 1881 dovette chiudere la scuola e nel luglio successivo concluse definitivamente la sua attività a Traona.

Quale senso abbia avuto per don Guanella questa difficile esperienza si può ben desumere dal colloquio con don Giovanni Tam, svoltosi proprio sul piazzale della chiesa di S. Francesco, annessa al convento: «“Vedi? Qui doveva sorgere la mia prima Casa, questa doveva essere la mia Casa-madre”. Ed io gli risposi: “Senta, Don Luigi, se non vi fossero state le dure prove di Traona, forse la Provvidenza non l’avrebbe così generosamente favorito in seguito”. E pronto egli mi soggiunse: “Hai ragione!”» (L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, 1920).

L’ex Convento è proprietà privata.

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Parrocchia S. Alessandro, Traona: tel. +39 0342.653150, tel. +39 0342.652033

Mappa 4: Dongo – Musso – Pianello del Lario

L’attuale chiesa di S. Alessandro, ricostruita all’inizio del secolo XVII e consacrata nel 1690, sostituisce una costruzione quattrocentesca più piccola, di cui rimane l’elegante porticato, il tozzo campanile e l’antica abside, inglobata nel fabbricato alla destra dell’edificio. Lo stesso fabbricato ospita al primo piano l’appartamento (costituito da corridoio, cucina, saletta-studio, camera da letto, con mobili e suppellettili del tempo) in cui don Luigi Guanella abitò. Nella camera da letto una finestrella si apre sulla chiesa: una soluzione simile fu realizzata anche nella sua stanza di Como.

Don Guanella, rientrato in diocesi dopo l’esperienza con don Bosco, nel settembre 1878 fu destinato a Traona come coadiutore. Da subito si prodigò senza riserve per i suoi parrocchiani, ottenendone stima ed affetto. Questo periodo però fu molto difficile per lui. «A Traona don Guanella trovò tutte le difficoltà che avrebbero scoraggiato molti cuori di buona volontà, ma egli non si disperò mai». L’anziano arciprete lo aveva accolto con freddezza, perché mal sopportava che il giovane sacerdote «attirasse a sé nei giorni feriali e festivi parecchi fanciulli e giovani per l’insegnamento del catechismo nell’Oratorio e che aprisse nella propria casa scuole feriali quotidiane, diurne e serali e festive». A questo si erano aggiunte difficoltà nei rapporti con il Prefetto di Sondrio, che faceva di tutto per «cogliere in fallo e condannare l’avverso sacerdote, il quale era venuto con progetti oscurantisti dalla scuola di don Bosco e avrebbe riempita la provincia di frati e monache abborriti» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

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Parrocchia S. Alessandro, Traona: tel. +39 0342.653150, tel. +39 0342.652033

Sentiero meditativo: M6) Traona

Nel 1900 don Guanella iniziò la bonifica di alcune parti del Pian di Spagna, malsane e inospitali. «Un giorno don Guanella approda a Colico con una dozzina di ricoverati che chiamava “buoni figli”. Li aiutava a salire sopra un carro preparato e via fra le risa di quelli di Colico che strabiliavano. […] Si trattava di appianare collinette di sabbia per riempire delle paludi, mettere in disparte la terra vegetale, stendervi sopra quasi concime prezioso. Si chiamarono poi lavoratori veneti abilissimi in tali lavori e così si ridusse a prato, a campo, a vite, a gelsi, una spianata di steppe» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

I lavori procedettero speditamente e portarono in breve alla fondazione di un villaggio, con la scuola elementare e una provvisoria chiesa in legno, sostituita poi nel 1904 dall’attuale, dedicata da don Guanella al Divin Salvatore (nel 1942 eretta a Santuario “Madonna del Lavoro”). Dalla Olonio romana, il nuovo insediamento fu chiamato Nuova Olonio.

Con questa iniziativa don Guanella intraprese un’opera dal profondo significato sociale. La sua sensibilità alla questione del bene comune lo portò a recuperare un luogo malsano, permettendo alle popolazioni locali di non abbandonare il territorio e diffondendo metodi di coltivazione più razionali e moderni, in sintonia con l’attenzione e l’impegno sociale della Chiesa in quegli anni.

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Parrocchia SS. Salvatore, Nuova Olonio: tel. +39 0342.687966

Link: Casa “Madonna del Lavoro” – Opera don Guanella

Sentiero meditativo: M4) Casa Madonna del Lavoro

Il “Giardino del Merlo” fu ideato e realizzato tra il 1858 e il 1883 dal nobile Giovanni Manzi, in una posizione altamente panoramica sul Sasso di Musso, tra le rovine del complesso fortificato di Giangiacomo de’ Medici, detto il Medeghino (secolo XVI).
Don Guanella, amico di Giovanni Manzi, scrisse le “Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso”, pubblicate per la prima volta a puntate sul giornale comasco “L’Ordine” nel 1884, sottolineando l’importanza di visitare questo luogo «in veste di viandanti […] per approfondire il meglio dell’arte cristiana e della natura creata da Dio». «Da questa prospettiva l’occhio corre spontaneo a quelle vedute di zolle e di boschetti, di viali, di ponti, di zampilli. Case, caverne, gallerie formano un complesso così raro di bellezza del lavoro, della natura e dell’arte, che il visitatore se ne sta a modo di attonito. E quando lo sguardo vuol riposare, qui è l’orizzonte di un cielo limpidissimo che copre monte e valli, piani e acque in quantità» (L. Guanella, Memorie passate e presenti intorno alla Rocca di Musso. Impressioni del visitatore, 1884, 1913).
Mostrando una conoscenza botanica molto approfondita, don Guanella ne descrive le varie parti con le diverse piante presenti, per trarre da ognuna, e dal paesaggio circostante, un significato simbolico, un insegnamento morale. Sono pagine intrise di stupore e poesia: don Guanella sapeva vedere nella bellezza della natura la grandezza e la bontà di Dio.

IL “GIARDINO DEL MERLO” OGGI
Alla morte di Giovanni Manzi, nel 1883, la nipote Giuseppina continuò l’opera di cura e abbellimento del Giardino fino alla sua scomparsa, nel 1945. Gli eredi della nobildonna cedettero l’area alla Società Scalini, che vi aprì tre cave di marmo, costruendo anche un forno per la produzione di calce. Dopo il fallimento della Società, nel 1967 la famiglia Colturri acquistò all’asta il Giardino sfregiato e danneggiato, per cercare di salvarlo e farlo rivivere. Attualmente il Giardino è gestito dall’associazione “Giardino del Merlo” ONLUS, costituita dalla famiglia Colturri, dalla Comunità Montana Valli del Lario e del Ceresio e dai Comuni di Musso e di Dongo.

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Associazione “Il Giardino del Merlo” Onlus: tel. +39 348.7094316

Scarica la mappa de “Il Giardino del Merlo”

Mappa 5: Musso – Dongo: Giardino del Merlo

La Casa “Sacro Cuore”, in frazione Calozzo, ingloba in sé l’antica Casa Bosatta, un tempo di proprietà della famiglia di suor Marcellina e suor Chiara. Ne è rimasta la stanza principale, dove troneggia un grande camino sormontato dallo stemma di famiglia; nel locale accanto sono state allestite alcune vetrine con cimeli appartenuti alle sorelle Bosatta e a don Guanella.

In questo luogo don Luigi Guanella nel 1890 trasferì la sede della sua Opera, acquistando una serie di edifici adiacenti e costruendone altri. Nel cortile spicca la chiesa del Sacro Cuore, progettata dal donghese Aldo Rumi e inaugurata da don Guanella stesso nell’ottobre 1909, che «troneggia, quasi regina adorna, a prospetto sul paese e benedice i viaggiatori sulle acque del massimo Lario» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Ora la Casa “Sacro Cuore” è una Residenza Sanitaria per anziane, gestita dalle Figlie di Santa Maria della Provvidenza.

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Casa “Sacro Cuore”, Pianello del Lario: tel. +39 0344.87137

Questo edificio, in frazione Camlago, ha ospitato il vecchio ospizio fondato nel 1873 dal parroco don Carlo Coppini e gestito da alcune giovani del paese appartenenti alla Pia Unione delle Figlie di Maria Immacolata, tra cui le sorelle Marcellina e Chiara Bosatta.

La piccola comunità formava «come in embrione un piccolo Cottolengo, perché c’erano fanciulle di varia età e orfane, fanciulle abbandonate e pericolanti, fanciulle e bambine al di sotto all’età di ragione; c’era qualche cretina, qualche vecchia ed anche qualche vecchione che poi morì lì. Erano pochi di numero e varii nell’età e nella condizione. Vivevano quasi in comunità, eppure la pace non si alterava giammai. Ognuno attendeva al suo lavoro di ufficio proprio» (L. Guanella, Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso, 1888-1889).

Dopo la morte di don Coppini, avvenuta nel 1881, don Guanella, suo successore alla cura della Parrocchia, cominciò gradualmente ad occuparsi dell’ospizio, superando alcune difficoltà iniziali dovute al clima di diffidenza che regnava attorno a lui e imprimendo un nuovo impulso alla piccola istituzione. Questo ospizio costituirà il piccolo seme da cui si sarebbe sviluppata tutta l’Opera guanelliana. La comunità lasciò questa casa nel 1887 per trasferirsi temporaneamente nella casa coadiutorale, in riva al lago.

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Casa “Sacro Cuore”, Pianello del Lario: tel. +39 0344.87137

Sentiero meditativo: M5) Pianello del Lario

Questo edificio, che prospetta sulla piazza della chiesa (da dove attualmente si accede), ha ospitato don Guanella dal 1881 al 1890. A quei tempi però la casa parrocchiale aveva solo due piani; fu sopraelevata nel 1939, abbandonando l’uso del piano terra da cui originariamente si entrava attraverso la “porta grande” nel muro di cinta sul retro. Al piano terra sono stati recuperati lo studio e il cucinone usati da don Guanella. Nella storia guanelliana quest’ultimo ambiente ha un posto rilevante per l’incontro tra suor Marcellina Bosatta e don Guanella, intento a consumare un frugale pranzo a base d’insalata scondita. Quest’episodio fece sparire perplessità e diffidenze delle religiose di Camlago nei riguardi del sacerdote.

A fianco della casa parrocchiale sorge un altro fabbricato a tre piani, usato in passato come casa coadiutorale. Qui don Guanella nel 1887 trasferì da Camlago la comunità religiosa fino al 1890; al secondo piano è stata ricostruita, a cura delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, la camera in cui sarebbe morta Chiara Bosatta nel 1887. Nei locali adiacenti è ospitata una mostra sulla vita e spiritualità della giovane religiosa, allestita in occasione della sua beatificazione.

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Parrocchia S. Martino, Pianello del Lario: tel. +39 0344.87116

La chiesa parrocchiale di S. Martino, in frazione Calozzo, è documentata dal 1040, ma successivamente fu più volte rimaneggiata a partire dalla fine del secolo XV.

Nel novembre 1881 don Luigi Guanella entrò nella parrocchia di Pianello del Lario, dopo la dura esperienza di Olmo; vi rimase come amministratore parrocchiale per nove anni, fino al 1890. Nonostante il clima di diffidenza che inizialmente regnava attorno a lui, si diede subito da fare. La sua giornata era densa di lavoro pastorale.

Si alzava molto presto «per dar luogo ai filandieri e alle filandiere in maggior numero di ascoltare la santa Messa e di accostarsi ai santi Sacramenti avanti l’apertura dei lavori serici. Santa Messa e meditazione per conto proprio, più o meno della durata di mezzora […]. Si poneva quindi allo studio di lettura e di scrittura […]. Dopo il breve desinare, faceva le visite agli ammalati, insieme alle visite pastorali alle famiglie secondo le circostanze. […] Ritornava poi allo studio fino alla recita del rosario in chiesa. Seguiva la cenuncola, dopo la quale iniziava la scuola serale agli adulti senza segnare le ore di durata. Nei giorni festivi cresceva il lavoro di confessioni e faceva per lo meno sette fervorini: ai confratelli, spiegazione del Vangelo, il catechismo ai fanciulli e al popolo, conferenza alle Figlie di Maria, ai Terziari, all’ospizio, il rosario con fervorino nella parrocchiale alla sera, e infine la scuola serale festiva» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

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Parrocchia S. Martino, Pianello del Lario: tel. +39 0344.87116

«Ecco lo sciame che si stacca dall’alveare»

(L. Guanella, Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza 1910-1911)

Dal lungolago dietro la chiesa, la sera del 5 aprile 1886, avvenne la partenza della “barchetta” condotta dal sacrestano e barcaiolo Pietro Morelli. A bordo vi erano due suore e alcune orfanelle, con poche suppellettili: erano dirette a Como per aprire quella che diventerà poi la Casa “Divina Provvidenza”.

«Nel giorno 5 di aprile di quell’anno 1886 una piccola comitiva composta di due maestre e quattro orfanelle si faceva quasi processionalmente alla riva di lago fuori la casa parrocchiale. Una maestra recava per benedizione di tutte la reliquia della beata Vergine che nascondeva entro lo scialle che la copriva. Si recitò una breve preghiera, si benedissero e partirono recando in una barchetta tutto il mobilio della propria fondazione» (L. Guanella, Un fiore di virtù da terra trapiantato nel paradiso, 1888-1889), ovvero «un tavolino rettangolare mancante di una gamba» e alcune «sedie ove la paglia era un desiderio» (L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere di don Luigi Guanella, 1920).

Link: Comune di Pianello del Lario

Mappa 6: Como

La Casa “Sacro Cuore”, in frazione Calozzo, ingloba in sé l’antica Casa Bosatta, un tempo di proprietà della famiglia di suor Marcellina e suor Chiara. Ne è rimasta la stanza principale, dove troneggia un grande camino sormontato dallo stemma di famiglia; nel locale accanto sono state allestite alcune vetrine con cimeli appartenuti alle sorelle Bosatta e a don Guanella.

In questo luogo don Luigi Guanella nel 1890 trasferì la sede della sua Opera, acquistando una serie di edifici adiacenti e costruendone altri. Nel cortile spicca la chiesa del Sacro Cuore, progettata dal donghese Aldo Rumi e inaugurata da don Guanella stesso nell’ottobre 1909, che «troneggia, quasi regina adorna, a prospetto sul paese e benedice i viaggiatori sulle acque del massimo Lario» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Ora la Casa “Sacro Cuore” è una Residenza Sanitaria per anziane, gestita dalle Figlie di Santa Maria della Provvidenza.

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Casa “Sacro Cuore”, Pianello del Lario: tel. +39 0344.87137

Il Collegio Gallio fu fondato nel 1583 dal cardinale comasco Tolomeo Gallio come collegio per i fanciulli poveri sull’area dell’antica Domus degli Umiliati di S. Maria di Rondineto. È ospitato in un severo palazzo ampliato e trasformato in epoca barocca, con l’annessa chiesa della Beata Vergine di Loreto. Il collegio fu affidato alla cura dei Padri Somaschi, congregazione fondata da San Girolamo Emiliani.

Era l’inizio di novembre 1854 quando Luigi Guanella, vivace ed intelligente ragazzino di dodici anni, entrò nel Collegio, grazie ad una borsa di studio ottenutagli dal cugino don Gaudenzio Bianchi. Ricorda don Guanella: «La Provvidenza mi guidò al Collegio Gallio dove stetti sei anni come studente e due come prefetto» (L. Mazzucchi, Fragmenta vitae et dictorum sac. Aloysii Guanella, 1912-1915), Qui infatti Luigi Guanella frequentò, negli anni scolastici 1854-1860, cinque anni di ginnasio e uno di liceo; vi tornerà da seminarista per seguire i ragazzi più giovani. Nei suoi studi ebbe come prefetto Giovanni Battista Scalabrini, futuro vescovo di Piacenza e apostolo dei migranti: ne nacque una profonda amicizia che durò tutta la vita.

Di questo periodo Luigi conserverà sempre un felice ricordo e molti anni dopo annoterà: «Lo scrivente, che dai Padri Somaschi e dalla carità del Gallio ripete il grande beneficio della sua educazione, in questa circostanza gode professare pubblicamente al Collegio Gallio i suoi sensi di gratitudine imperitura» (L. Guanella, Notiziario, in La Providenza, gennaio 1894).

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Collegio Gallio, Como: tel. +39 031.269302

Link: Collegio Gallio

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Il Seminario minore di Como, a metà dell’Ottocento, era ospitato in un complesso, oggi sede universitaria, accanto alla celebre basilica di S. Abbondio, edificata nel secolo XI sulla basilica paleocristiana dei SS. Apostoli. Tale complesso era stato ristrutturato nel corso dell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Tazzini, adeguando edifici sorti nel Cinquecento sull’area anticamente occupata dal monastero benedettino di Sant’Abbondio.

Nel novembre 1860 Luigi Guanella entrava nel Seminario minore per frequentarvi un biennio di studi filosofici. Fu subito nominato prefetto di camerata, anche se veniva rimproverato per la troppa bontà. Di ciò «se ne scusava col dire: “Io di usare rigore non sono capace, e poi sono anche persuaso che ciò che non potrei ottenere con le buone maniere tanto meno lo otterrei con le cattive”» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914). In particolare Guanella nutrì grande ammirazione e stima per il professore don Serafino Balestra, autore di importanti restauri della basilica di S. Abbondio, di cui recuperò la veste romanica e ricostruì il campanile settentrionale. Guanella partecipò con lui alla scoperta delle vestigia della basilica paleocristiana sottostante.

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Università dell’Insubria, Como: tel. +39 031.2384312

Link: Sant’Abbondio

Il Seminario minore di Como, a metà dell’Ottocento, era ospitato in un complesso, oggi sede universitaria, accanto alla celebre basilica di S. Abbondio, edificata nel secolo XI sulla basilica paleocristiana dei SS. Apostoli. Tale complesso era stato ristrutturato nel corso dell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Tazzini, adeguando edifici sorti nel Cinquecento sull’area anticamente occupata dal monastero benedettino di Sant’Abbondio.

Nel novembre 1860 Luigi Guanella entrava nel Seminario minore per frequentarvi un biennio di studi filosofici. Fu subito nominato prefetto di camerata, anche se veniva rimproverato per la troppa bontà. Di ciò «se ne scusava col dire: “Io di usare rigore non sono capace, e poi sono anche persuaso che ciò che non potrei ottenere con le buone maniere tanto meno lo otterrei con le cattive”» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914). In particolare Guanella nutrì grande ammirazione e stima per il professore don Serafino Balestra, autore di importanti restauri della basilica di S. Abbondio, di cui recuperò la veste romanica e ricostruì il campanile settentrionale. Guanella partecipò con lui alla scoperta delle vestigia della basilica paleocristiana sottostante.

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Università dell’Insubria, Como: tel. +39 031.2384312

Link: Sant’Abbondio

La Casa “Santa Maria della Provvidenza” di Lora, Casa Madre delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza, era stata costruita come filanda nel 1760 dai fratelli Binda (da cui il nome “La Binda”). Dopo vari cambi di proprietà e destinazione, all’inizio del 1897 la struttura, ormai dismessa, fu acquistata per 45.000 lire da don Guanella. Egli stesso ricorda: «intorno allo zampillo d’acqua che pasce i pesci rossi nel giardino presso la grande magnolia […], sedevano il Signor Sindaco [Baserga di Brunate], il Signor Banchiere Luigi Minoletti, il Signor Dottor Notaio Paolo Zerboni e lì si contrattò per lire 45 mila l’intero locale della Binda. Denari non erano ancora pronti ma in brevi anni si saldò l’intero acquisto» (L. Guanella, Appunti sulla storia della Casa di Provvidenza, 1910-1911).

Don Guanella nel marzo 1897 vi trasferì il reparto femminile di Como. Nel 1902 fu inaugurata la chiesa interna, progettata dall’ingegnere Silvio Valli in stile neogotico, poi ampliata nel 1936. Nell’attigua cappellina riposano suor Marcellina Bosatta, cofondatrice delle Figlie di Santa Maria della Provvidenza e Caterina Guanella, sorella e preziosa consigliera di don Luigi.

Nella Casa, ora Residenza Sanitaria per anziane, trova sede anche il museo “Beata Chiara Bosatta”.

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Casa “Santa Maria della Provvidenza”, Como, Lora: tel. +39 031.282140

Sentiero meditativo: M6) Lora, Casa “Santa Maria della Provvidenza”

Nella primavera del 1886 don Guanella inviò a Como un gruppo di suore da Pianello del Lario e alcune orfanelle, con il compito di dare inizio alla “Piccola Casa della Divina Provvidenza” (poi Casa “Divina Provvidenza”). Una casa accogliente come una famiglia che, a poco a poco, apriva le porte ad ogni categoria di poveri e ammalati, una grande “arca di Noè”.

Gli inizi furono molto difficili, ma, animato da un’incrollabile fiducia nella Provvidenza, don Guanella non si scoraggiò mai e riuscì in breve tempo a consolidare e sviluppare la sua fondazione. Scriveva infatti: «La nostra istituzione prende nome della divina Provvidenza, perché ha fede viva vivissima nella divina Provvidenza, senza il cui aiuto non sarebbe sorta, non avrebbe potuto diffondersi e non potrebbe mantenersi e prosperare» (L. Guanella, Regolamento per i Figli del Sacro Cuore, 1897).

E la Provvidenza ha fatto veramente cose grandi! Attorno al Santuario del Sacro Cuore, nel corso degli anni, sono andate crescendo e consolidandosi le opere di carità della grande famiglia guanelliana, che continua l’opera del suo Fondatore. Oggi infatti qui trova posto una serie di strutture di accoglienza e servizio alle fasce più deboli della società.

Nella Casa è ospitato anche il nuovo museo “Don Luigi Guanella” e l’archivio storico guanelliano, che ne costituisce parte integrante.

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Casa “Divina Provvidenza”, Como: tel. +39 031.296711

Link: Casa Divina Provvidenza, Como

Il Santuario del Sacro Cuore di Gesù è «un trono da cui senza fine discendono sulle nostre opere, sulle anime pie, su tutta la società grazie e benedizioni per il tempo e per l’eternità» (L. Guanella, Ricordi, in La Divina Provvidenza, maggio 1915).

La chiesa fu voluta da don Luigi Guanella nel 1891 come centro spirituale della “Casa Divina Provvidenza”, da lui fondata nel 1886. Il vescovo, mons. Ferrari, lo convinse a realizzare una chiesa non solo per gli ospiti, ma aperta anche al pubblico, che diventasse un punto di riferimento per la città. Fu consacrata solennemente il 6 aprile 1893 e ampliata nel 1913-1915 con l’aggiunta del transetto e delle due relative cappelle.

La chiesa è a navata unica, con transetto; a destra dell’altare maggiore, sopra la porta della sacrestia, si trova una finestrella protetta da una grata, comunicante con la camera da letto di don Guanella, da cui durante la notte poteva mettersi in adorazione dell’Eucaristia. Sul fondo del Santuario, durante l’ampliamento del 1913-1915, per espresso desiderio di don Guanella, fu realizzata la ricostruzione fedele dell’edicola del Santo Sepolcro, del Calvario e della Scala Santa, su progetto dell’architetto romano Aristide Leonori.

Nella cappella a sinistra della navata posteriore riposano le spoglie di don Luigi Guanella, accanto a quelle di suor Chiara Bosatta.

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Casa “Divina Provvidenza”, Como: tel. +39 031.296711

Link: Santuario del Sacro Cuore

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Ultime notizie

Proposte

Anche per l’estate 2018, padri e suore guanelliani organizzano cammini

Una locanda del tardo XVI secolo, ristrutturata ed ampliata nella seconda metà del Settecento dall’abate Antonio Foppoli di Mazzo di Valtellina, costituisce il nucleo originario dell’edificio che oggi ospita il “Museo della Via Spluga e della Val San Giacomo” (Mu.Vi.S.).

Nella primavera del 1896 don Luigi Guanella ottenne l’uso gratuito del “Palàzz” delle Corti e, sollecitato dai suoi concittadini, vi aprì un istituto con lo scopo di «introdurre alcune piccole industrie per gli uomini e per le donne di Campodolcino e Valle S. Giacomo» (Statuto della Pia Opera Sant’Antonio pro Campodolcino e Valle S. Giacomo, 1896).

L’istituto doveva occuparsi anche di «iniziare sopra luogo studi con lo scopo di vedere quali vantaggi si potrebbero ricavare dal suolo (erbe, alberi, rocce) dalle acque e dal clima» (La Piccola Casa a Campodolcino, in La Divina Providenza, maggio 1896). Oltre al risvolto sociale di quest’opera, a don Guanella stava dunque molto a cuore la valorizzazione delle particolarità paesaggistiche e naturalistiche locali. Don Guanella avviò nel “Palàzz” dei corsi professionali, fra cui quelli di cucito, di pizzo al tombolo e per la lavorazione della paglia per farne cappelli. Vi aprì pure un asilo climatico estivo per fanciulle, gestito dalle sue suore.

Malintesi amministrativi e organizzativi impedirono all’Opera di continuare e prosperare, ma restò benefica la scossa data al paese, che riprese fiducia nelle sue potenzialità legate al turismo e all’agricoltura di montagna.

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Mu.Vi.S., tel. +39 0343.50628

Link: Museo della Valle Spluga e della Val San Giacomo

Link: Comune di Campodolcino

La chiesa parrocchiale di S. Giovanni Battista, già nominata nel 1490, venne più volte rimaneggiata; nel 1844 fu allungata e allargata con l’aggiunta delle due navate laterali.

Qui il piccolo Luigi Guanella fu battezzato il 20 dicembre 1842 dal cugino di secondo grado don Gaudenzio Bianchi al fonte battesimale ancora oggi esistente, a quei tempi però collocato in una nicchia sul lato sinistro della chiesa. Padrino di battesimo fu Luigi Trussoni, madrina Maria Orsola Curti.

In questa chiesa Luigi Guanella ricevette anche la cresima, il 30 giugno 1849, da mons. Carlo Romanò.

Nelle immediate vicinanze del sagrato, il 24 giugno 1848, giorno della festa patronale, avvenne un fatto che colpì profondamente Luigi Guanella, quasi una anticipazione della sua missione.

Prima dell’inizio della Messa, mentre stava nascondendo alcune caramelle di zucchero che gli erano state regalate dal cognato Guglielmo Sterlocchi,«sentì un batter secco di mani, guardò là e vide un bel vecchietto che gli porgeva le mani quasi per dire: “Danne a me di que’ zuccherini”. Luigi ne sentì panico, finì di nascondere gli zuccherini e, guardando, non vide più il buon vecchietto e ne provò amarezza e rincrescimento» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914). 

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Parrocchia S. Giovanni Battista, Campodolcino, tel. +39 0343.50118

Il monumento, opera dello scultore Alfredo Vismara, è stato inaugurato nel 2008 per volere della comunità parrocchiale di Campodolcino. La statua in bronzo di don Luigi Guanella, raffigurato nell’atto di soccorrere un anziano, troneggia su un alto piedistallo in pietra ornato con bassorilievi bronzei raffiguranti due scene della sua vita che hanno avuto luogo nella chiesa di Campodolcino e negli immediati dintorni. La prima è il battesimo, amministratogli dal parroco (e anche cugino di secondo grado) don Gaudenzio Bianchi il 20 dicembre 1842; la seconda è il noto episodio della visione del vecchietto avuta da Luigino il 24 giugno 1848.

«Quasi anagrammando l’episodio dell’infanzia descritto in uno dei due bassorilievi, ed invertendo i ruoli, qui è don Guanella adulto ad apparire al povero, quale simbolo delle istituzioni benefiche da lui volute, che ancora oggi sono un’ancora di salvataggio per tanti bisognosi. Lo accoglie con sollecitudine, non limitandosi ad esprimergli calore umano, ma prospettandogli con il gesto della mano alzata verso il cielo un amore più grande, immenso, quale quello di Dio. Ciò che don Guanella offre ancora oggi attraverso le sue istituzioni è “Pane e Paradiso”», frase riportata nella pietra del piedistallo (Cfr. A. Vismara, Il monumento al beato don Luigi Guanella nella piazza parrocchiale di Campodolcino. Presentazione, 2008).

L’edificio originario, costruito da Lorenzo Guanella, padre di Luigi, ha subìto nel tempo diverse trasformazioni ed aggiunte che gli hanno conferito l’aspetto attuale. La parte più antica della struttura risale alla prima metà dell’Ottocento, come attesta la data 1835 incisa sull’architrave della porta di ingresso, accompagnata da “LG” (iniziali di Lorenzo Guanella) con, al centro, la croce ad indicare la centralità di Dio nella famiglia. La facciata è ravvivata dall’immagine della Madonna del Carmelo; sulla parte sinistra è anche visibile un tenue dipinto di un’altra Madonna ai piedi della croce. Lo stesso Luigi Guanella ricorda: «Da chierico dipingevo […] a Fraciscio l’immagine della Madonna sulla facciata della casa paterna» (L. Mazzucchi, Fragmenta vitae et dictorum sac. Aloysii Guanella, 1912-1915).

Gli ambienti interni conservano ancora l’atmosfera di calore familiare e di sobrietà di quando la famiglia Guanella vi abitava. Una vera scuola di fede, di sacrificio e di generosità, che don Guanella ricorderà spesso come una grazia di Dio. Al piano terra, oltre al locale tradizionalmente denominato “stüa”, c’è la camera dei genitori, dove la notte del 19 dicembre 1842 nacque Luigi; al primo piano è stata allestita una piccola raccolta museale. Al secondo piano si può vedere la camera della sorella Caterina, Serva di Dio, accanto a quella usata da Luigi chierico quando tornava dal seminario per le vacanze, sul cui soffitto egli stesso aveva dipinto un cielo stellato. Ora questa stanza è stata adibita a oratorio.

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Parrocchia S. Giovanni Battista, Campodolcino, tel. +39 0343.50118

Link: Fraciscio.it

Sentiero meditativo: M1) da Fraciscio a Gualdera

Il gruppo monumentale in bronzo, opera dello scultore Alfredo Vismara, inaugurato nel 2005, prende spunto da un episodio dell’infanzia del piccolo Luigi, riportato nelle sue memorie autobiografiche. Insieme con la sorella Caterina, erano soliti impastare per gioco acqua e terra, dicendo con infantile ingenuità: «Quando saremo grandi faremo così la minestra dei poveri» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

Al centro della scena campeggiano le statue di Luigino e Caterina, intenti al gioco; alle loro spalle sono raffigurati i genitori, pa’ Lorenzo e mamma Maria, mentre osservano con tenerezza i figli. Attorno a questi personaggi sono stati collocati due pannelli in bassorilievo: quello di destra raffigura un albero, le cui radici prendono nutrimento dagli stemmi delle due Congregazioni guanelliane (i Servi della Carità e le Figlie di Santa Maria della Provvidenza) e la chioma delinea i cinque continenti. Il pannello di sinistra illustra invece una folla di bisognosi (poveri, anziani, disabili, orfani) di ogni parte del mondo, cui si rivolge l’attenzione dell’Opera iniziata da Luigi Guanella, anticipata da quel gioco colmo d’amore.

Sulla verde altura di Gualdera sorgono la baita di nonno Tomaso Guanella e, a fianco, un’altra costruzione rurale che – secondo la tradizione – sarebbe stata abitata da pa’ Lorenzo per qualche anno dopo il matrimonio; sul lato orientale si può vedere un’edicola fatta realizzare in seguito da don Guanella.
L’8 aprile 1852, a Luigi Guanella pareva «che il giorno della prima Comunione l’avrebbe passato meglio nella solitudine di Gualdera (la stagione era primaverile). In questo alpeggio, presso la cascina paterna, si solleva un piccolo colle detto Motto, sostenuto a mezzodì da uno scoglio, quasi muraglia […]. A metà dello scoglio sono due piccoli prati a forma di divano. […] Quel giorno egli si adagiò nel primo divano, deciso a rimanervi a lungo in preghiera ed in lettura. Intanto nel suo cuore si svolgeva un paesaggio di soave dolcezza quasi di paradiso che lo persuadeva a forti propositi di bene. Durò per pochi minuti, ma gli lasciò, fino ai suoi settant’anni, un soave conforto ed un ricordo che vorrebbe pur perpetuare nella pietra» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).
In risposta a questo desiderio, nel 1958 veniva inaugurato un gruppo bronzeo – opera dello scultore Umberto Malinverno – raffigurante la Madonna che addita la futura missione al pastorello Luigi, circondato da una pecorella e una capretta. Lo completa un’epigrafe dettata da don Leonardo Mazzucchi.

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Casa Alpina “San Luigi”, Gualdera: tel. +39 0343.51235

Sentiero meditativo: M1) da Fraciscio a Gualdera

La prima chiesa di Fraciscio risale al 1474; l’antica abside probabilmente corrispondeva all’attuale cappella laterale destra. Fu più volte rimaneggiata e restaurata: si ricordano in particolare i lavori del 1874, cui contribuì generosamente anche don Luigi Guanella, allora parroco di Savogno. In questa chiesa era solito «ancora fanciullo ascoltare con avidità le prediche ed i catechismi e poi in famiglia le ripeteva ai fratelli ed ai genitori» (Positio super introductione causae, teste L. Mazzucchi).
Don Guanella fu sempre molto legato a san Rocco: «a noi san Rocco ci ricorda la nostra chiesa ed il nostro sacerdote. San Rocco ci rappresenta il nostro paesello, il gruppo dei nostri monti, il nostro piccolo mondo e l’affetto più caro della pietà, della fede, della pace domestica. […] San Rocco pellegrino è vita nel mio paesello Fraciscio come san Pietro apostolo in Roma è vigore per tutto il mondo cristiano. San Rocco nel mio villaggio ei riceve i pensieri della mente, gli affetti del cuore, le tenerezze della famiglia, la famigliarità del luogo natio» (L. Guanella, Quarto centenario dalla traslazione del corpo di San Rocco, 1885).

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Parrocchia S. Giovanni Battista, Campodolcino, tel. +39 0343.50118
Link: Fraciscio.it

«Il giogo del tuo monte è sublime, perché di là si contempla più davvicino il bel paradiso. Il profondo delle tue valli è sacro, perché nel ritiro della solitudine si impara a meglio amare il Signore, a meglio volere al prossimo dei fratelli[…] Buon montanaro valtellino, or io intendo la ragion di quell’affetto che ti fa aderire al vertice di monte, che ti configge al piano della tua valle. Figlio dei santi, tu vivi nella terra dei santi e tu sei lieto. Ah, renditi sempre più meritevole di tal terra e di cotali santi!» (L. Guanella, Il montanaro. Strenna Valtellinese nell’anno 1886, 1886).
Il piccolo Luigi Guanella passò la sua infanzia e fanciullezza nella natura bella e aspra di questi paesaggi alpini. Questi monti lo videro custodire il gregge sulle alture di Gualdera o sugli alpeggi di Motta e dell’Angeloga, portare il carico di fieno nel “campàcc” o di legna nel “gerlìn”, giocare libero con tutta la vivacità di un ragazzo sveglio, intelligente, talvolta anche un po’ troppo spericolato.
Scriveva don Luigi molti anni dopo, con un po’ di nostalgia: «I fanciulli sono da paragonare a quelle nostre caprette di montagna, che per molte ore si allontanano dal caprile e saltano di balza in balza; ma poi verso sera, quando il pastore le chiama con alte grida, esse gli corrono incontro perché sanno di assaporare dalle sue mani il sale saporito» (L. Guanella, Le vie della Provvidenza, 1913-1914).

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Centro Guanelliano di Pastorale Giovanile, Como: tel. +39 031.296783
Link: Pastorale Giovanile Guanelliana Nord Italia: Baita dello Scoiattolo